Combattere per gli ideali

"Gli INFP sono molto consapevoli delle ingiustizie sociali. Si sentono realizzati quando combattono per una causa."

Fi = forti valori + Ne= idee -> Ideali.
Secondo voi la frase è vera?
Combattete per qualche buona causa? In che modo? Personale o umanitaria?
Invito anche persone degli altri tipi psicologici a rispondere per vedere gli effetti e le differenze.

Per quanto mi riguarda, ciò che è scritto nell'immagine è vero.
In quanto INFP, proietto nelle persone dei valori che dovrebbero per me essere innati e insindacabilmente applicabili in quanto esseri umani, come l'educazione, la giusta dose di umiltà, la misericordia, la correttezza.
Percepisco questo mondo come "sbagliato", perché sono molte le persone ad avere una percezione meno "umanitaria" e più "egocentrica", volta al solo piacere edonistico nel senso più frivolo.
Non sono la persona più onesta del mondo, ma cerco di essere corretto quanto il più possibile, perché commettere una scorrettezza mi fa sentire colpevole.
Non concepisco l'opportunismo e disprezzo la gente che usa gli altri a proprio vantaggio.
Il razzismo, per me, non ha senso: è una piaga sociale del tutto inutile e a ciò includo anche la discriminazione.

Ho sempre avuto la visione utopica di un mondo dove gli uni aiutano gli altri, ma in realtà non è così che vanno le cose. Non sempre, quantomeno.

Bravo, bravo, bravo.
Penso che il mondo vada a rotoli perchè ognuno pensa solo al presente, a se stesso e al proprio orticello. Per la serie: "finchè la barca va lasciala andare.." Il problema è che il mare è lo stesso, quindi se il mio vicino guida una petroliera e si incricca sulla costa siamo nei casini tutti..
Sono (sempre XD) ISTJ, ma con la Ne un po' alta e il Te un po' basso -> ogni tanto Fi gli salta a spalla...

Diciamo che nel mio caso, da Si, "combattere" è un verbo un po' forte.. il mio modo di agire è "basato su dei valori" che cerco di rispettare e mi sento particolarmente forte quando questi possono emergere, tuttavia quando vedo che qui valori non vengono rispettati, raramente cerco di farli valere in modo diretto. Io continuo a comportarmi come penso di dover fare sperando, o meglio illudendomi, che prima o poi questo possa cambiare qualcosa.

Esempio:
Una cosa che mi fa, da sempre, andare in bestia è l'assenza di correttezza, equilibrio, onestà intellettuale.. (scusate, non mi viene, ammesso che ci sia, un termine preciso) negli studenti
-Studenti che copiano, cercano di farla franca in tutti i modi possibili, prendono un voto decente che non si meritavano -> va tutto bene.
- Studenti che copiano, cercano di farla franca in tutti i modi possibili, anche così non arrivano alla sufficienza -> si lamentano delle ore
perchè l'insegnante è *"cattivo".
- Studenti prendono un voto alto perchè l'insegnante è largo di manica e/o cerca di incoraggiarli -> "quel *"babbeo" mi ha dato X, non me lo meritavo mica"
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*non usano cattivo e babbeo.. sostituite con quello che volete.. XD

Tutto questo farebbe parte di un discorso più ampio riguardo i problemi della scuola in Italia, ma se fin dalle elementari ai bambini si fa capire che l'unica cosa che conta è il risultato, come possiamo sperare che diventino adulti migliori?



Esatto, così dovrebbe essere. Di solito evito di pensarci, però, perchè è frustrante constatare che non si può fare molto per cambiare le cose...

Immagino di essere INFP. In ordine di importanza: la mia pace, quella degli altri. Per reagire fisicamente devo essere estremamente coinvolto emotivamente (che è capitato). Non credo potrà mai essere imposta un'armonia universale, dovranno essere gli individui a desiderarla. Nel mio piccolo non sono riuscito a cambiare le persone secondo la mia idea di "migliore", figurarsi illudermi di essere in grado di cambiare il mondo. Potrei cercare di mandare dei messaggi con la mia visione, sperando che arricchiscano o siano d'aiuto a qualcuno.

Anche io sono INFJ e sento un forte bisogno di "combattere per degli ideali", ma non ne ho il coraggio.
Di solito attribuisco questa mancanza di coraggio a Fe, che porta a tenere in maggior conto i giudizi altrui rispetto ai propri, e quindi a fare ciò che "è giusto secondo gli altri" o "fa bene agli altri" anziché ciò che "è giusto secondo me" o "fa bene a me".
Il tuo post mi capovolge la prospettiva: tu sembri interpretare Fe come una fonte di idealismo e altruismo, non di conformismo e condiscendenza. Trovi che si possa essere coraggiosi anche da INFJ, nonostante la predominanza del sentimento estroverso su quello introverso?
Qual è la tua esperienza?
Mi piacerebbe parlarne ancora...